Etsy è il sito e-commerce specializzato in regali fatti a mano, memorabilia e vintage. E proprio per questi articoli altrimenti introvabili e chi li vende, che lasciare una recensione diventa un gesto naturale per esprimere sia la gratitudine per il servizio che la meraviglia nel possedere finalmente l’oggetto tanto atteso.
Puoi scrivere una recensione solo se ti sei registrata su Etsy. Vai sull’icona del tuo profilo personale, seleziona “Acquisti e recensioni” e clicca sull’articolo su cui vuoi lasciare la recensione. Hai circa 3 mesi di tempo dopo l’acquisto per compilarla. Se non te la senti di esprimere a parole la tua gioia o disapprovazione, puoi sempre selezionare il numero di stelle corrispondenti. Hai dato il tuo contributo al valore del negozio.
Cosa puoi scrivere: mi è piaciuto/non mi è piaciuto, è arrivato presto/in ritardo, è come in foto/non lo è, Il costo è stato equo/non vale i soldi spesi. E poi anche sul servizio ricevuto, ovvero se hai ricevuto tutte le informazioni per la spedizione e consegna, se la venditrice ha ascoltato le tue richieste, se il pacchetto è stato confezionato bene… se insomma ha soddisfatto tutte le tue aspettative.
Per darti un’idea di quanto le recensioni sono personali e di come le tue parole possono davvero incoraggiare un’altra persona (mi riferisco non soltanto all’ acquirente ma anche alla venditrice), ecco alcune delle nostre recensioni ricevute in questi anni nei nostri negozi, MediterraneanArt e MediterraneanArtMT:
Su Etsy abbiamo ad oggi oltre 110 recensioni a 4 e 5 stelle, solo 2 con 2 stelle e 1 a 3 stelle. Queste invece riguardano gli ornamenti in legno:
Ogni volta che riceviamo una nuova recensione sussulto. Sapere che tutto è andato a buon fine mi esalta e mi da sicurezza. Il grado di soddisfazione che provo è ogni volta alto e mi sprona a migliorare le competenze e il servizio. Ho raggiunto questi risultati probabilmente perchè ho sempre risposto tempestivamente ai messaggi e cercato di accontentare tutte le richieste. Ma non ho superpoteri, il mio punto debole – se vogliamo metterla così – sono i tempi di spedizione. Spedisco con la posta nazionale i cui tempi di attesa sono imprevedibili in certi periodi dell’anno, e comunque mai veloci come i corrieri. Ma le spedizioni veloci inquinano l’ambiente, valuta anche questo aspetto quando fai acquisti online!
Potresti poi non essere soddisfatta dell’ultimo acquisto e dunque non poter elogiare nè l’oggetto nè il venditore. Ma prima di scrivere una recensione negativa, ci sono un paio di riflessioni che vorrei esporti come venditrice di Etsy dal 2013.
Noi venditrici ci mettiamo un sacco di energia e impegno per presentare il prodotto migliore e se qualcosa a volte va storto è perchè magari facciamo tutto da sole e siamo umane, sbagliamo. Per cui il mio caloroso consiglio è di chiedere spiegazioni prima in privato. Sono sicura che troverete un compromesso. Se invece non sei soddisfatta dei tempi di consegna, assicurati di aver letto bene le politiche del negozio. Forse quando hai acquistato quel regalo hai letto l’annuncio velocemente e ti è sfuggito qualcosa. La stragrande maggioranza di noi è chiara su questo punto perché sappiamo quanto sia importante per voi ricevere un regalo in tempo. Ma magari una venditrice inesperta può peccare in questo. Se poi non riesci a concludere un accordo soddisfacente, è giusto e doveroso informare gli altri utenti della tua esperienza scrivendo una recensione negativa.
Credo che lo strumento migliore di Etsy non siano i video, le foto, la buona organizzazione e presentazione del sito, quanto piuttosto la chat diretta con il venditore e l’assistenza di Etsy. Le persone reali, dunque che nediscutono con te e ti ascoltano.
Su Etsy puoi fare acquisti come in un negozio oppure solo scambiare delle chiacchiere se vuoi. A volte ho delle conversazioni con delle persone che alla fine non comprano. Ma è bello anche così. D’altronde se entri in un negozio chiedi informazioni alla commessa anche senza acquistare nulla. Su Etsy è un po lo stesso, diciamo la sua versione più moderna.
Fin da ragazzina mi hanno insegnato a fare sempre domande per capire la natura delle cose e la mia insegnante di storia e filosofia ha lasciato un gran segno nel mio modo di pensare e fare. Per ogni cosa cerco una causa ed un effetto, possibili connessioni esistenti…solo pensando in questo modo sento di raggiungere una migliore comprensione di un fatto o comportamento e un diverso livello di significato per qualcosa, oggetto o astrazione.
Un’altra cosa poi che fa parte di me e che ho appreso in particolare dalle donne di casa, nonna e mamma, è riciclare il più possibile, con riferimento a vestiti, tessuti e finiture come bottoni, cerniere e quant’altro. Detto ciò vorrei raccontare di una, o meglio due collane sciarpa.
Gianna, una cara amica di famiglia, conservava da circa trent’anni uno scampolo di tessuto che le aveva regalato la cognata quando ancora lavorava in una fabbrica di tessuti su in Veneto. Erano tempi in cui dalle parti dove sono cresciuta si comprava la stoffa al mercato o dalla signora Raffa o al Cubo Magico (le uniche mercerie della zona che vendevano tessuti per abiti). Allora non tutti avevano il guardaroba acquistato in negozio, piuttosto si facevano gli abiti in casa, soprattutto ai bambini e signore. Mi torna in mente quando da bambina vedevo spesso sul tavolo della cucina carta velina puntata con gli spilli sopra strisce di stoffa di formato diverso e alcune donne del paese invitate o per cucire con mia mamma o per discutere su come rifinire o modificare un capo. Mi piaceva ascoltare le loro conversazioni sul nuovo numero della rivista di moda con tutti i cartamodelli che si passavano e si scambiavano e su quello del catalogo di Postal Market dove potevano trovare nuovi spunti e idee.
Durante le scorse vacanze natalizie Gianna e il marito erano da miei a cena e si discuteva che al giorno d’oggi si compri “fatto e buono” perche’ non si ha più tempo da dedicare alla realizzazione di un unico capo e anche perché in zona è ormai difficile trovare commercianti di stoffa. E’ così fu che Gianna ricordò di avere a casa un bellissimo scampolo di qualità regalatole molto tempo prima che in parte aveva utilizzato cucendo una maglia ma che le erano rimaste due “strisce di stoffa” che non sapeva come usare. Appena mi chiese se ero interessata per crearci qualche gioiello in tessuto, diedi un’occhiata a mia madre che annuì e risposi entusiasta: <<Certo! Adoro le stoffe vintage, ti fanno pensare e viaggiare con la mente>>.
E’ fu così che mia mamma, con le sue abili mani qualche giorno dopo, mettendo in pratica le misure e le constatazioni da esperta, sostenendo di non poterli trasformare in tubolari (vedi qui sotto) perché la stoffa si potrebbe deformare al passaggio delle perline, era d’accordo nel cucire due sciarpe ad anello. Facendo una prova davanti allo specchio e pensando che con tutti i bei bottoni contenuti nelle nostre scatole di latta qualcuno da abbinare ci sarebbe sicuramente stato.
Cercare legnetti sulla spiaggia non è stata mica una passeggiata la prima volta che siamo usciti. Credo fosse in gennaio di primo pomeriggio. Mi fece una forte impressione ricordare la stessa spiaggia in estate quando è chiassosa, colma di ombrelloni e gonfiabili con quella desolata che si mostrava davanti a me. Dovunque c’erano tronchi, grosse pietre e uno spazio visibilmente più ridotto di quanto ricordassi. Nelle mareggiate invernali le onde sono così lunghe che dimezzano la spiaggia, ma è anche vero che l’erosione delle coste è visibile senza bisogno di strumenti tecnici. Insomma ero persa in pensieri ambientalistici quando, dopo aver sentito il mio nome, mi sono voltata a guardare il sacchetto di mio zio. Era pieno. Ho guardato il mio. Era vuoto. Allora mi propose di fare cambio, cosi poteva raccoglierne altri due o tre prima di tornare.
Una volta a casa si fa una seconda selezione della raccolta. Quelli scartati andranno nella stufa, gli altri staranno per un po in disparte per controllare che non abbiano “ospiti” all’interno. Sarebbe un vero peccato realizzare una tendina per poi scoprire che si deve bruciare nella stufa! Passata la “quarantena” verranno utilizzati per creare le famose tendine di pesci. Dalla lunghezza del ramo dipende il numero dei fori da cui passeranno i fili dove pesci di vari colori saranno appesi.
Per creare pesci, farfalle e gli altri animali fantastici il legno utilizzato è quello di abete che si vende in pannelli di diverse misure e spessori nei negozi di falegnameria. Quindi c’è subito la sicurezza di non trovare un legno contaminato e ci si può subito mettere al lavoro. Sul pannello si fanno i contorni sagomati con la dima, cercando di lasciare meno scarto possibile (che comunque finirà nella stufa) e poi si passa al taglio. Il successivo passaggio è il carteggio (quanta polvere!) e finalmente si può dare la prima passata di colore, rilassandosi mentre si ascolta la radio. Per fare questo tipo di lavori c’è bisogno di uno spazio esterno a casa, la polvere del taglio e poi della carteggiatura si disperde dappertutto. Ci sono periodi dell’anno dove non si vede un piano libero! Quando sono ad asciugare, pesci, totani, funghi, sicilie, mi ricorda tanto l’essicazione dei pomodori ed è così divertente! I pesci che andranno a comporre le tendine hanno sorte diversa delle calamite che saranno decorate in toto. Di solito ai pesci si fanno gli occhi, una parte per volta se no il colore nero dell’iride si mischia al bianco della pupilla e un lato per volta. Una volta asciutto si bucano. I magneti invece si dipingono con il colore di base da entrambi i lati poi la decorazione avviene da una parte soltanto.
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